Franziska Giffey, ministro della Famiglia nel governo di coalizione guidato da Angela Merkel, ha rassegnato le dimissioni. A spingerla in tal senso è stato il semplice sospetto di aver copiato la sua tesi di laurea. Un comportamento lontano anni luce da quanto accade nel nostro Paese, alla luce della vicenda che ha interessato Roberto Formigoni, conclusa con la restituzione del vitalizio al Celeste da parte del Senato, nonostante la condanna per corruzione.
La Giffey era considerata l’astro nascente della politica tedesca e si era fatta apprezzare per il suo operato all’interno dell’esecutivo. Tanto da non far suonare come retoriche le parole della cancelliera, la quale ha dichiarato il suo rammarico nell’accettare le decisioni dell’ormai ex titolare della Famiglia.
Si tratta peraltro di un duro colpo per la SPD. Il partito, infatti, è nel pieno di una crisi sempre più grave. Con un vuoto programmatico segnalato dai sondaggi impietosi e dovuto in particolare all’opacità del suo candidato alla cancelleria in vista delle prossime politiche, Olaf Scholz.
La Giffey non è comunque un caso isolato, in Germania, ove già più di un politico si è trovato a dover fare i conti con lo stesso problema, quello della tesi plagiata. Già nel 2011, infatti, lo stesso motivo aveva causato le dimissioni di Karl Theodor zu Guttenberg, ministro della Difesa e potenziale successore della Merkel.
Seguito due anni più tardi da Annette Schavan, a sua volta ministra dell’Educazione, anche lei costretta a lasciare l’incarico in seno al governo.
Mentre nel 2017 è toccata a un deputato della Cdu, Frank Steffel, vedersi togliere il titolo di dottore. Se non ha rassegnato le dimissioni, ha comunque dovuto lasciare la politica al termine del suo mandato.

Di Dario