Cresce la povertà nel nostro Paese. Ad affermarlo è l’Istat, secondo il quale nel corso del 2020 quella assoluta in Italia è tornata ad aumentare, tanto da riguardare ora oltre 5,6 milioni di persone. Un vero e proprio balzo, se si considera che dodici mesi prima il dato si attestava a quota 4,6 milioni.
Il rapporto pubblicato dall’istituto di statistica va in pratica a confermare le stime preliminari che erano state diffuse all’inizio di marzo. Considerato come nel corso del 2019 si era registrato un miglioramento, si può dedurre dai dati pubblicati la forte incidenza del Covid sulla situazione sociale. Nell’anno della pandemia, infatti, è stato toccato il livello più elevato in tema di povertà dal 2005 ad oggi, ovvero da quando sono iniziate le serie storiche.
Se le statistiche confermano un maggior livello di povertà nella parte inferiore dello stivale, va anche sottolineato come il dato nel corso degli ultimi dodici mesi sia cresciuto maggiormente nel Settentrione. Se, infatti, nel Mezzogiorno l’indice è passato dall’8,6 al 9,4%, al Nord il dato è salito dal 5,8 al 7,6%. E, ancora se nel 2019 le famiglie povere del nostro Paese andavano a distribuirsi quasi in egual misura al Nord (43,4%) e nel Mezzogiorno (42,2%), ora la parte superiore della penisola arriva al 47%, contro il 38,6% fatto registrare al Sud. Sono infatti 2,5 milioni i poveri residenti al Nord, contro i 788mila del Centro Italia, gli 1,6 milioni del Sud e i 643mila delle isole.
Dati che in effetti fanno sembrare abbastanza lunare la discussione sul Reddito di Cittadinanza, senza il qualeil dato complessivo è destinato ad aumentare enormemente.

Di Dario