In vista delle comunali di Torino, si aggrava la divisione tra il centrosinistra e il M5S. Dopo la striminzita affermazione nelle primarie, caratterizzate da una affluenza molto bassa, il candidato del PD, Stefano Lo Russo sembra aver optato per lo scontro frontale con quel M5S con il quale il suo partito vorrebbe dare vita ad un accordo nazionale teso a contrastare il centrodestra.
Un atteggiamento reso evidente dalle dichiarazioni rilasciate a margine delle primarie di coalizione, e che giungono a pochi minuti di distanza da quelle di Chiara Appendino, la sindaca grillina di Torino. La quale, dopo aver ricordato il suo tentativo di costruire una coalizione con il PD, ha affermato che non ci sarà alcun accordo al secondo turno. Il quale sarebbe visto dagli elettori alla sorta di uno scambio di poltrone e, quindi, da escludere.
Una dichiarazione che secondo Stefano Lo Russo non terrebbe conto del fatto che non esistono padroni del voto. Il quale, però, potrebbe essere facilmente rovesciato dalla Appendino: se non ci sono padroni del voto, perché il M5S dovrebbe dare vita ad un accordo con il PD impegnando consensi che non sono di nessuno?
La sensazione è che si stia ripetendo lo schema di Roma, con il centrosinistra chiuso in una autoreferenzialità che sembra fatta apposta per favorire il centrodestra, a scapito di quel M5S di cui pure si reclama l’appoggio. Uno schema che, dal canto suo, sembra indigeribile per larga parte dell’elettorato grillino, soprattutto se teso a perseguire una sorta di fusione a freddo, dal chiaro sapore elettorale.

Di Dario