La regista Lina Wertmuller è una delle pietre miliari del grande cinema italiano, la prima donna nella storia candidata come miglior regista, sebben di un film in lingua straniera, con la pellicola Pasqualino Settebellezze. Inizia la sua formazione nel grande cinema d’autore al fianco di Fellini, il quale affiancherà a sua volta la Wertmuller nel suo primo film del 1963 I Basilischi.

Nota per indossare sempre e solo occhiali da vista con montatura bianca, la regista instaura un sodalizio con l’attore Giancarlo Giannini, presente in quasi ognuna della sue pellicole. Ricorre anche Mariangela Melato. La coppia Giannini – Melato diventa però indimenticabile nella pellicola Travolti Da Un Insolito Destino Nell’Azzurro Mare Di Agosto. Diventa un po’ il film manifesto per comprendere la poetica della regista. Nei suoi lavori, infatti, racconta l’Italia e i conflitti tra il nord, borghese e colto, e il sud, operaio e analfabeta, il tutto sempre con ironia.

Le sue pellicole ritraggono l’Italia dagli anni Sessanta ad oggi e le varie stagioni politiche sempre in modo disincantato. La società civile viene rappresentata in maniera grottesca ma la regista non si prende mai troppo sul serio. Con la cinepresa, la regista romana mette in mostra i difetti della società italiana del tempo e della classe politica, utilizzando quindi l’arte cinematografa per fare una critica alla politica.

A tal proposito, i titoli dei film molto lunghi diventano un po’ la sua cifra, altro segno distintivo di una regista davvero talentuosa e prolifica, amata anche oltreoceano. L’oscar comunque arriva; è il 2020 quando la registra riceve l’Oscar alla carriera che la incorona per i suoi grandissimi successi, i quali hanno avuto sicuramente un ruolo deciso a rendere famoso il nostro Paese nel mondo. In pochi però sanno che la Wertmuller è anche stata sceneggiatrice di teatro e radiofonica e regista televisiva come nel caso del famoso Il giornalino di Gian Burrasca.

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Di Grey