Sarà Roberto Gualtieri a sfidare Virginia Raggi nelle prossime comunali romane. L’ex ministro dell’Economia ha riportato circa il 60% dei consensi nel corso delle Primarie che si sono svolte nella Capitale, precedendo nettamente gli avversari. Giovanni Caudo, presidente del Municipio III si è infatti fermato al 15,6%, mentre ancora più staccati hanno chiuso Paolo Ciani (7,1%), Imma Battaglia (6,3%), Stefano Fassina (5,5%), Tobia Zevi (3,5%) e Cristina Grancio (1%).
Primarie le quali, però, rischiano di lasciare qualche conto da saldare per il vincitore. Il quale ha praticamente goduto dell’esclusivo sostegno dell’apparato, anche in forme e modi estremamente discutibili. Ad esempio coi fac-simile delle schede in cui era riportato solo il suo nome, palese discriminazione verso gli altri candidati. Basta in effetti consultare Facebook per notare l’asprezza dei commenti di molte persone verso una pratica che contraddice nella maniera più stridente coi propositi di democrazia partecipativa sbandierati.
E proprio al social di Mark Zuckerberg ha affidato la sua reazione Imma Battaglia, affermando: “Ognuno sceglie come proporsi e come farsi apprezzare dal proprio elettorato. Se oscurare gli altri nomi è il vostro modo, alzo le mani. Ma voi dovreste vergognarvi! Questo post è totalmente manipolatorio, e non riporta la verità, oltre a manifestare l’arroganza politica di un partito che non vuole, ancora una volta, mettersi in discussione. Siamo in 7 e la vostra censura è inqualificabile.”
Un messaggio estremamente duro e il quale fa capire come nonostante la soddisfazione palpabile nel PD, proprio le decantate Primarie potrebbero lasciare nuovi detriti in un campo estremamente accidentato. Ove già si profila ingombrante la presenza di Carlo Calenda, dato nei sondaggi quasi al livello di Gualtieri, nonostante il mancato appoggio del centrosinistra.

Di Dario