L’eternit è un materiale in fibrocemento che contiene amianto, un minerale che ha carattere cancerogeno. Con il tempo si sfalda e rilascia le pericolose fibre che sono facilmente inalabili. Nel momento in cui si ritrova una lastra di eternit, che purtroppo era molto diffuso e utilizzato in passato prima della sua messa al bando, bisogna quindi rimuoverlo. Per renderlo innocuo, ci sono degli specifici protocolli da seguire. Per evitare l’aumento del rischio di contrarre una patologia tumorale, principalmente polmonare, ci sono delle metodologie molto diffuse che hanno dimostrato ottimi risultati. Vediamo allora subito nel dettaglio quali sono i metodi per il suo corretto smaltimento e come viene scelto.

Quali sono i metodi di smaltimento

In base al tipo di eternit e alle sue condizioni, gli esperti dello smaltimento amianto scelgono per l’incapsulamento, confino o rimozione vera e propria. Nel primo caso, si utilizzano dei prodotti che vanno a costituire una barriera che blocchi al fuoriuscita delle fibre. Si usano schiume che si solidificano appena applicate. Quando si parla di confino, si tratta di realizzare rivestimenti e strutture che possano confinare le parti in eternit. Infine, si può scegliere per la rimozione che aiuta a azzerare una volta per tutte il rischio.

Come valutare quale

In tutti i casi, è ovvio che la scelta della tipologia di trattamento avviene in base alle considerazioni degli esperti che adottano tutte le dovute soluzioni e attenzioni del caso, sempre rispettando tutte le normative vigenti per lo smaltimento di materiali pericolosi. Ad esempio, si verifica l’estensione del materiarle ritrovato e il suo stato, cioè se è ancora integro o molto sfaldato.

Inoltre, occorre capire se introno ci sono strutture rimovibili o meno, se è una zona abitata e quanto. Più persone sono a contatto con le fibre, maggiore è la pericolosità che richiede quindi un intervento tempestivo che possa riuscite a ridurre il più possibile il rischio per la salute che, purtroppo, è concreta e più che reale.

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